STORIA DELLA CANAPA: PERCHE’ E’ STATA DEMONIZZATA ?
Troviamo indicazioni sulle proprietà terapeutiche della canapa già nei testi degli indiani indù, assiri, greci e romani. Era riportato che la canapa doveva essere usata per trattare molteplici problemi di salute tra i quali l’artrite, la depressione, gli stati infiammatori e dolorosi nonchè l’asma e l’inappetenza.
E’ molto probabile che la canapa sia stata introdotta in Europa centrale, settentrionale ed occidentale almeno 500 anni prima di Cristo, in quanto a Berlino è stata ritrovata un’urna contenente foglie e semi di canapa risalenti a 2.500 anni or sono.
L’uso della canapa ha avuto origine nell’Asia centrale o nella Cina occidentale. La cannabis è stata utilizzata per le sue presunte proprietà curative per millenni. Il primo caso documentato del suo utilizzo risale al 2800 a.C. , quando fu elencato nella farmacopea dell’imperatore Shen Nung (considerato il padre della medicina cinese).
La canapa viene citata anche nel trattato del medico di Nerone, risalente al 70 d.C., e nel documento di Galeno (II secolo), in cui viene indicata come rimedio contro l’aria nello stomaco, il mal d’orecchi e altri dolori di varia natura.
In Europa i vestiti di canapa sono stati molto comuni fino al 1800 con coltivazioni massicce in tutto il continente ma, ovviamente, erano note anche le potenzialità ricreative della pianta. Francois Rabelais ne scrisse ampiamente nel XVI secolo, come altrettanto venne fatto da Baudelaire nel XIX.
In seguito, grazie al medico irlandese William Brooke O’Shaughnessy, anche in Occidente si diffuse l’uso terapeutico della cannabis. Egli trascorse in India molti anni, durante i quali studiò le applicazioni mediche della pianta e pubblicò i primi articoli in cui ne raccomandava l’uso a scopo terapeutico.
Nel 1839 scrisse una relazione in cui sottolineò gli usi e i benefici della sostanza, testimoniati dai successi osservati nel trattamento di reumatismi, epilessia e tetano. Nel testo, O’Shaughnessy definisce la cannabis “il perfetto rimedio anti convulsioni”.
Anche in Africa la canapa era coltivata, utilizzata come fibra e come medicinale, inalata e a volte venerata in aree diversissime del vasto continente: dal Sud Africa, al Congo, al Marocco.
Nel XVIII, la canapa era diffusissima in Nord America e la sua coltivazione molto apprezzata, basti pensare che la maggioranza dei terreni del fondatore degli Stati Uniti d’America, George Washington, erano coltivati a canapa ed anche Thomas Jefferson aveva una grande e remunerativa coltivazione di canapa.
Eccelsero tra le terre da canapa Bologna e Ferrara e grazie alla qualità delle sue canapa, l’Italia, secondo produttore mondiale, divenne il primo fornitore della marina britannica.
Durante la seconda guerra mondiale la produzione centro europea e mediterranea aumentò velocemente, da un lato perché le fibre tessili e gli olii sativi divennero indispensabili per l’attività bellica e quindi più remunerativi di altre colture e dall’altro per l’esigenza di materie prime contenenti molta cellulosa da cui poter ricavare esplosivi, ottenuti appunto producendo nitrocellulosa.
Nel 1941 Henry Ford presentò al mondo intero la Hemp Body Car, un’auto interamente realizzata con un materiale plastico ottenuto dai semi di soia e di canapa, e alimentata ad etanolo di canapa ( il carburante veniva raffinato dai semi della pianta). La vettura, essendo costruita interamente in plastica di canapa, era molto più leggera delle auto dell’epoca costruite in metallo senza essere meno resistente.
La mission di Ford era quella di creare una vettura che uscisse dalla terra e dalle sue risorse vegetali cercando di ridurre al minimo l’impatto inquinante.
Con l’avvento dei primi poli dell’industria chimica e della conseguente apparizione sul mercato del nylon fu emanata la “Marijuana Tax Act” del 1937 che diede un colpo di grazia alla coltivazione della canapa, mettendola al bando negli USA.
Si accusò pseudoscientificamente la canapa di rendere le persone violente e di farle impazzire o morire, ma in realtà, fu utilizzata per demonizzare la comunità messicana, ove questa pianta veniva diffusamente utilizzata, che stava emigrando in massa negli Stati Uniti. Spesso si leggevano sui giornali titoli del genere: “I tre quarti dei reati in questo paese sono causati dalla marijuana”.
Influenzati dagli Stati Uniti gran parte del resto del mondo la vietò negli anni seguenti.
Ma oggi assistiamo ad una vera e propria rinascita della coltivazione di canapa, incredibilmente trainata dagli Stati Uniti stessi, con l’Italia in prima linea.
Dalla riscoperta tessile, all’uso terapeutico, alla produzione alimentare tramite i suoi derivati come l’olio o i semi ricchi di omega 3, 6 e 9 senza chiaramente dimenticare il CBD, la molecola che si sta diffondendo in tutte le fasce della popolazione, grazie alle sue mille proprietà.